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domenica 21 agosto 2016

Sisimiut

20 agosto



Dopo essermi riposato in un vero letto di un vero hotel, oggi ho deciso di perlustrare Sisimiut. Il tempo non era dei migliori: una fitta nebbia avvolgeva fin da prima mattina la città.

Costal Walk



Dopo colazione, mi sono coperto bene e sono uscito, seguendo uno dei sei percorsi consigliati dall'albergo per visitare la città. Passando per vie interne ho raggiunto prima il centro culturale e poi la scogliera. La nebbia dava a quella parte di mare un effetto magico. Sotto il pelo dell'acqua, sapevo, si muovevano balene e narvali, creature collegate a leggende e a favole. Sono rimasto a scrutare l'orizzonte, intuendo ogni tanto le sagome delle isole, in un'atmosfera surreale. 
Sono ritornato in centro percorrendo la via principale.

Il Vecchio Villaggio dei Coloni

Nel pomeriggio sono uscito ancora, questa volta per dedicarmi alla storia di Sisimiut. Il cielo si era aperto ma il vento obbligava a utilizzare la giacca. Sono andato al museo. Oltre alle ricostruzioni delle case dei coloni danesi del '700, c'erano alcune mostre interessanti: una sulla storia degli insediamenti umani in Groenlandia (i primi risalenti al 2500 AC); una sulla vita dei cacciatori di balene e di foche in questi territori; una sui modelli di slitte utilizzate dagli Inuit; una sull'orso polare e sull'ultimo suo avvistamento a Sisimiut, in aeroporto, nel 2014. Tutte cose a me sconosciute, che peró lasciano trasparire la grande e diversa cultura di chi abita qui.

Cena tradizionale



Alle 17.30 ho preso parte, al ristorante dell'hotel, al Buffet Groenlandese. Innanzitutto ho assaggiato il Suaasat, il piatto nazionale della Groenlandia, che consiste in una buona e saporita zuppa di balena e verdure. Oltre al pesce crudo e affumicato (halibut della Groenlandia e salmone) e ai gamberetti crudi, c'era carne di bue muschiato e di renna cucinata in tutte le salse (polpette, affettato, arrosto...) sempre condita da bacche selvatiche. Degno di nota il vassoio con il cibo disidratato: carne di renna, merluzzo e il durissimo pesce capelano essicato, che sembrava mi stesse guardando mentre lo mangiavo. 


In un bicchierino, il famoso mattak: dadini di grasso di balena cruda, molto nutrienti.



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