Ad Menu

mercoledì 8 agosto 2018

Cosa portare per un trekking di più giorni in Islanda d'estate*

La prima cosa da fare è scegliere uno zaino adatto
Per un trekking di più giorni sul Laugavegur, ad esempio, serve uno zaino da 55 – 70 litri. È importante scegliere uno zaino con tante tasche, per trovare in fretta gli snack e l’occorrente per la pioggia. Consiglio di controllare la copertura antipioggia, deve coprire tutto lo zaino pieno.

Abbigliamento. dipende molto dalle tue preferenze, ma avrai bisogno come minimo di un set di abiti per camminare e di un set di vestiti asciutti per dormire. Per camminare consigliamo di vestirsi a strati. 

Per la parte superiore del corpo:


- Maglia termica di lana sottile o sintetica (NO cotone!)
- Strato isolante (può essere una felpa sintetica o un maglione di lana o un pile)
- Giacca impermeabile
- Cappello di lana
- Guanti
- Scaldacollo
- Occhiali da sole

Per la parte inferiore del corpo:


 - Leggings di lana sottile o sintetici
- Pantaloni da trekking
- Pantaloni impermeabili (e ghette o pantaloni che possono essere stretti sul fondo per quando si cammina nella neve)
- Calze da trekking
- Scarpe da trekking impermeabili
- Scarpe per guadare i fiumi 

Vestirsi a strati consente di gestirsi in base alla temperatura, togliendo o aggiungendo strati quando necessario, ad esempio quando si cammina in salita e ci si scalda o quando il tempo cambia improvvisamente. Per chi cammina è necessario prendersi cura dei propri piedi: investi in scarpe e calze da trekking di buona qualità.
Ricorda: A volte alcuni di questi vestiti saranno nello zaino ma sempre in alto, per recuperarli facilmente.

Per la notte: 
- Pigiama a maniche lunghe
- Maglia di ricambio
- Calze
- Sacca stagna

Non ho citato gli indumenti intimi ma non sono da dimenticare. Tieni presente che tutto ciò che si porta aggiunge peso allo zaino. Nessuno si aspetta che mentre cammini si abbia un buon profumo o che ci si vesta eleganti, quindi porta solo ciò di cui hai bisogno.

Le 3 cose più pesanti e più ingombranti nello zaino saranno il sacco a pelo, il materassino e la tenda. 

Il sacco a pelo può essere di piume o sintetico. Il primo è più leggero e più caldo, il secondo è migliore se si dovesse bagnare. Scegli il sacco a pelo in base alla temperatura alla quale riesci a dormire meglio, al fatto che sarai in tenda o in rifugio e alle previsioni del tempo. Consigliamo per un campeggio estivo in Islanda un sacco a pelo con un comfort da -5 a -10 gradi, ma alcuni avranno bisogno di un sacco più caldo o più fresco per stare bene.  

Per il materassino, in estate, consiglio un valore R di almeno 3 (maggiore è il numero migliore è l'isolamento), per essere certo di non perdere il calore corporeo durante la notte. I materassini ad aria sono più comodi ma, se di buona qualità, più costosi rispetto a quelli di schiuma espansa.

In estate in Islanda serve una tenda 3 stagioni. Dovrà essere resistente alle raffiche di vento (70 km/h), per questo consigliamo di aggiungere pioli extra per fissarla bene a terra. 

Cibo e altro
- Fornello da campeggio, gas e 2 accendini (uno di scorta)
- Posate, ciotola, tazza/thermos
- Bottiglia d'acqua/borraccia
- Asciugamano in microfibra
- Per l'igiene personale: spazzolino da denti, dentifricio, crema solare, carta igienica, ecc.)
- Borsa per la spazzatura (non lasciare traccia!)
- Piccolo kit di pronto soccorso (per lesioni lievi e vesciche)
- Cibo per il tuo viaggio più una razione di emergenza

Mappe. Molti sentieri in Islanda sono ben segnalati, ma spesso i marcatori vengono abbattuti da una tempesta o da qualche pecora… o sono sotto la neve. Per questo motivo è utile disporre di strumenti di navigazione come una mappa escursionistica (scala di 1: 100.000 o meno) e una bussola. Se si viaggia in zone remote per più giorni è necessario un GPS. Consigliamo anche un segnalatore di posizione personale quando si viaggia in zone remote per molti giorni o durante l'inverno. 

Come preparare in modo strategico il proprio zaino?
Mettere gli oggetti più pesanti in basso, vicino alla schiena e gli oggetti più leggeri in l'alto. Considera il peso e la frequenza con cui utilizzerai le cose durante il trekking. Ad esempio, tieni il sacco a pelo nella parte inferiore della borsa ma gli snack nella parte superiore…
Raccomandiamo di mettere gli oggetti che devono rimanere asciutti in sacchetti asciutti separati. Dopo ogni viaggio verifica cosa hai usato e cosa no. Le cose che non hai usato, e che non facciano parte di un kit di emergenza, potrai lasciarle a casa la prossima volta. 

Liberamente tratto da https://safetravel.is/blog/pack-multi-day-hiking-iceland-summer-edition

sabato 14 luglio 2018

Akureyri Backpackers

9-14 luglio 2018



Ho avuto la fortuna di alloggiare per quasi una settimana in questo ostello magnifico. Al piano terra il bar-ristorante è molto accogliente: é un luogo per sedersi, rilassarsi, leggere, mangiare e bere qualcosa, per giocare e per incontrarsi. Ai piani superiori ci sono le stanze con i bagni in comune, tutto molto pulito. Non mancano le docce, la lavanderia (lavatrice e asciugatrice a paganento) e la sauna. 

Ecco qualcosa che ha reso interessante la vita in questo ostello. 

10 luglio. Piano piano il bar si riempie di gente, cominciano a comparire parrucche, bandiere e copricapo francesi e belgi. Alle 18.00 inizia la semifinale dei mondiali. La birra scorre a fiumi. Le tifoserie, prima schierate in tavoli distinti, si mescolano. Nei giorni successivi, incrociandosi per il centro, ci si saluta come vecchi amici... tutto grazie a una partita di calcio.

11 luglio. Arriva Adelino Miguel Lopes Ferreira, portoghese, in viaggio per il mondo in bicletta dal 2003. Una presenza curiosa e interessante. Durante le giornate espone un cartellone in cui sono narrate le sue imprese nei primi 89000 km percorsi.



12 luglio. Poco prima di cena giunge in ostello una scolaresca inglese: un gruppetto di una trentina di adolescenti con i professori. Li ho trovati dopo cena, sulle scale, mentre seguivano attenti una lezione su Shakespeare... e poi per la città, con i rispettivi pc, a studiare. 

I volti noti. La maggior parte della gente che passa da qui si ferma un giorno e poi se ne va. Alcune persone peró sono diventate presenze fisse nelle giornate trascorse in ostello. Ognuno svolge le proprie attività, ci si conosce da lontano ma ci si sente come un’unica famiglia. 




mercoledì 11 luglio 2018

La storia del cristianesimo in Islanda nelle vetrate della Akureyrarkirkja



La Akureyrarkirkja domina dall’alto la cittá di Akureyri, con il suo inconfondibile stile basaltico nazionale islandese. Ammirandola dall’interno è possibile conoscere la storia del cristianesimo dell’Islanda attraverso le tappe fondamentali, che segnano ancora la vita, gli usi e le tradizioni dell’intero paese.

IX sec. d.C. I primi coloni 



Questa prima vetrata, come del resto l’ultima, riguarda la storia particolare di Akureyri e dell’Eyjafjörður. Nel IX. Il norvegese Helgi “Magri” Eyvindarson e la moglie Þórunn "Hyrna" Ketilsdóttir si insediarono a Kristnes.

981-986 d.C. I primi missionari in Islanda.



Þorvaldur Viðförli, originario dell’Islanda  ma trasferitosi in Germania, vuole tornare nel suo paese natale con il vescovo Federico di Sassonia per convertire e battezzare i suoi compaesani. Nella vetrata lo vediamo predicare il vangelo.

1000 d.C. Il parlamento islandese decide la conversione al cristianesimo.



Sembrava possibile una guerra civile tra coloro che veneravano gli dei tradizionali e i cristiani, questi ultimi sostenuti anche dalla corona norvegese. L’assemblea Alþingi incarica Þorgeir Ljósvetningagoði Þorkelsson, capotribù pagano, di mediare. La decisione fu che tutta l’Islanda si convertisse al cristianesimo, con la possibilità di venerare in privato gli antichi dei. Nella vetrata Þorgeir getta la statua di Odino nelle cascate di Goðafoss.

1056 d.C. Fondazione della diocesi di Skálholt.



Fu la prima diocesi d’Islanda, eretta nella tenuta di famiglia del primo vescovo Ísleifur Gissurarson. Insieme alla diocesi fu istituita la prima scuola ufficiale d’Islanda per istruire i chierici. Nella vetrata la cattedrale di Skálholt.

1106 d.C. Jón Ögmundsson fonda la diocesi di Hólar



Dopo aver studiato a Skálholt, Jón Ögmundsson erige la seconda antica diocesi d’Islanda. Il santo vescovo è ricordato per la sua lotta contro il paganesimo e per aver introdotto i nomi dei giorni della settimana come ancora oggi vengono usati sull’isola.

1133 d.C. I monasteri e la cultura islandese. 



Furono sette i monasteri benedettini in Islanda. Ricordiamo il primo: Þingeyraklaustur, istiuito nel 1133 nel nord dell’Islanda. In questo monastero vennero create e trascritte le grandi saghe islandesi. 

La riforma protestante.



Su questa vetrata sono rappresentate due scene.
Sopra. Oddur Gottskálksson, ritornato in patria dopo aver studiato in Norvegia e in Germania e avendo conosciuto la dottrina predicata da Maritin Lutero, tra il 1534 e il 1535 traduce il Nuovo Testamento in lingua islandese in una stalla a Skálholt
Sotto. Jón Arason vescovo di Hólar, ultimo vescovo cattolico di Islanda, incoraggiato dal papa, non vuole cedere all’ordinanza del re di Danimarca che imponeva il luteranesimo come religione di stato. Nell’autunno 1550 fu catturato insieme si suoi due figli e fu decapitato a Skálhol.

1541-1627 d.C. Guðbrandur Þorláksson



Pastore luterano di Hólar. A lui si deve la prima traduzione completa in islandese dell’intera bibbia. Sulla vetrata la copertina della stampa del 1584. 

1614-1674 d.C. Hallgrímur Pétursson



Pastore luterano e uno dei più famosi poeti dell’Islanda. I suoi “Salmi sulla passione” hanno accompagnato e formato la spiritualità del popolo per secoli e ancora oggi, in quaresima, la radio ne trasmette uno a sera. A lui è dedicata la 
Hallgrímskirkja, la cattedrale di Reykjavik.

1835-1920 d.C. Matthías Jochumsson



Pastore luterano e poeta. Nel 1874, in occasione della ricorrenza dei 1000 anni dall’insediamento del parlamento islandese, compose il testo dell’inno Ó Guð vors lands: una preghiera che riprende il Sal 90, diventata poi l’inno nazionale islandese. 

17 novembre 1940. Dedicazione della Chiesa di Akureyri





martedì 10 luglio 2018

Lundur - Ásbyrgi

9 luglio



Fin da ieri si vedeva il canyon a forma di ferro di cavallo che è Ásbyrgi, la dimora degli Asi. In mezzo al verde della vegetazione uno sprofondamento più scuro. 

La leggenda narra che questo luogo ha avuto origine da uno degli otto zoccoli di Sleipnir, il cavallo volante di Odino. Qui si sono rifugiati gli antichi dei islandesi e da qui vegliano ancora sul paese. Si dice che, se si presta attenzione, si possa sentire la melodia della sala concerti del Popolo Nascosto. Un luogo misterioso e affascinante, insomma.

I pochi chilometri dalla Dettifoss Guedthouse sono stati sulla strada asfaltata, in un continuo sali-scendi, accompagnato dal vento, che aveva ripreso a soffiare forte. Ho incontrato la deviazione per le cascate Dettifoss, 23 km più a sud. Se avessi avuto la tenda le avrei raggiunte dopodomani, invece sono costretto a fermarmi. 

Alle 9.00 sono arrivato a destinazione, proprio mentre apriva l’Ásbyrgi Visitor Centre. Sono entrato, ho chiesto informazioni per visitare il canyon, ho depositato lo zaino e sono partito, per raggiungere il punto più lontano sul fondo della gola. Il sentiero era ben segnato da paletti gialli e si districava prima attraverso un campo da golf, poi in un bosco di betulle, abeti e fiorellini viola. Dalle alte pareti di pietra che mi circondavano provenivano i suoni degli uccelli. Ero da solo. Dopo 4 km finalmente sono arrivato al lago Botnstjörn, un luogo incantato. 



Sono ritornato indietro sulla strada asfaltata, ho pranzato e ho atteso il mio taxi. Che invidia vedere gli escursionisti che, con lo zaino in spalla, partivano per scendere verso sud!

lunedì 9 luglio 2018

Kópasker - Lundur

8 luglio



Ieri ho prenotato l’unico alloggio che poteva spezzare i 40 chilometri fino ad Ásbyrgi: la Dettifoss Guesthouse a Lundur, 29 km da Kópasker. Prima di andare a dormire continuavo a controllare le previsioni del tempo: 29 km sarebbero stati possibili solo in condizioni buone, senza troppo vento e senza troppa pioggia. Sembrava dovesse andare così.

Questa mattina alle 7.00 ero già in cammino e il cielo era coperto. Sono uscito da Kópasker e ho preso la strada 870 verso sud, fino all’incrocio con la famigerata 85, dove l’altro ieri ho lasciato la tenda. Il tabellone a bordo strada segnava 12 gradi... tutta un’altra storia!

Per i primi 15 km ho costeggiato il mare. La mia solitudine veniva interrotta continuamente dalle sterne artiche, che tentavano in tutti i modi di beccarmi sulla testa. Mi sono difeso bene, meritandomi in cambio qualche altro ricordino addosso. 
Il cielo intanto si schiariva e faceva quasi caldo. 
Ad un tratto mi sembra di vedere, con la coda dell’occhio, uno spruzzo in mezzo al mare. Non puó essere un’onda... Che sia una balena? Osservo. Scruto l’orizzonte. Vedo sul pelo dell’acqua una sagoma nera, che subito sparisce. E poi all’improvviso vedo il salto. È proprio una balena! Sono riuscito a vedere una balena! Mi ha tenuto compagnia tra sbuffi e spruzzi fino a che ho lasciato il mare e mi sono addentrato nella regione dell’Oxarfjördur. 

Il paesaggio è subito cambiato: davanti a me una montagna conica e la vegentazione più simile a quella della tundra scandinava. E poi le fattorie con cavalli e pecore... Ero contento di camminare. E la bella giornata aiutava a sollevare il morale. 

Prima delle 14.00 ero arrivato. La Dettifoss Guesthouse è immersa nel nulla: intorno solo un bosco di betulle. Regna il silenzio, tanto più che, dopo un’accoglienza frettolosa, sono rimasto da solo per quasi tutto il pomeriggio. Ci sono 4 bagni: ne ho usato uno per fare la doccia, un altro per fare il bucato e di un altro ho usato il WC. Il quarto lo tengo per stasera. Il grande televisore della sala comune è programmato su un solo canale, che trasmette la premiazione di una competizione di cavalli islandesi. 
Finalmente alle 18.00 è arrivata la proprietaria e altri ospiti che hanno ravvivato la serata. 

Domani mattina devo ancora partire presto per poter visitare Ásbyrgi. Alle 12.00 mi attenderà un taxi che mi porterà ad Akureyri.

Kópasker

6-7 luglio



Due giorni ad attendere e pensare a come portare avanti l’avventrura islandese sono stati difficili. Kópasker è un piccolo paese sulla costa di circa 120 abitanti. I cinque luoghi significativi che ho imparato a conoscere sono:

- Il Kópaker HI Hostel, in due edifici. Per quasi due giorni sono stato l’unico abitante.

- The Earthquake Center, il museo di fronte all’ostello, che racconta e spiega il terremoto di 6,3 gradi della scala Richter, avvenuto il 13 gennaio 1976 con gravi danni all’intero paese. Non l’ho visitato. 

- Il supermercato: unico “ristorante” del paese e luogo d’incontro. Lì ho passato i pomeriggi a guardare le partite del Mondiale di calcio sorseggiando litri di caffè.

- La costa con il faro. Le guide dicevano che era possibile vedere le foche che si riposavano sugli scogli. Io ne ho vista solo una, morta, sulla spiaggia. Per il resto tante, tante sterne artiche che punteggiavano di bianco il litorale nero. Sul sentiero che costeggiava il mare era installata un’insolita mostra con tutti i rifiuti ritrovati a riva.



- La chiesa, un paio di chilometri fuori dal centro, circondata da laghetti e campi, nei quali spiccavano per originalità i “famosi” spaventapasseri di Kópasker. 



Al termine di questi due giorni cosa ho pensato di fare? Ho deciso di chiudere il tentativo di attraversare l’Islanda a piedi. Cercheró di raggiungere Ásbyrgi a piedi e da lì mi trasferiró ad Akureyri per 5 giorni, dopo di che Reykjavik fino al rientro. 

sabato 7 luglio 2018

Norðausturvegur (85) - Kópasker

6 luglio

Ad un tratto mi sono svegliato, ho messo fuori la testa dal sacco a pelo e mi sono accorto che la tenda era piena d’acqua, mentre il vento la deformava a piacimento. Ho tentato di mettere in salvo tutto quello che avevo, sono rimasto nella tenda in dormiveglia fino ad un orario decente, poi mi sono preparato e mi sono messo in cammino verso Kópasker (13 km). Aveva smesso di piovere ma il vento era fortissimo (dicono raffiche da 70 km/h) ed era contrario alla mia direzione di marcia. Io ero completamente inzuppato d’acqua, faceva freddo. 

Uscendo dalla tenda ho visto che ormai era inutilizzabile. A malincuore ma con decisione ho fatto la scelta di lasciarla lì, montata sul ciglio della strada 85. Ormai l’avventura a piedi per l’Islanda era definitivamente conclusa. L’importante era arrivare il più in fretta possibile in un posto caldo e asciutto. Mi sono messo a camminare. Erano le 7.30.

Quando ho visto passare un’auto che andava nella mia stessa direzione mi sono sbracciato finché non si é fermata. La gentilissima famiglia islandese (erano già in quattro in macchina) mi ha accompagnato fino all’incrocio con la Sléttuvegur (870). Mentre scendevo dall’auto leggevo sul tabellone di fianco alla strada: 3 gradi. Gli ultimi 4 km dovevo farli a piedi. Ancora una volta ho avuto fortuna: un’infermiera dell’Health Clinic di Kópasker mi ha caricato in auto e mi ha portato fino all’Ostello. Finalmente! 

Sono entrato e tutti erano nelle proprie camere. Nella sala comune non c’era nessuno. Mi sono messo accanto al calorifero per scaldarmi e per asciugarmi... in attesa di qualcuno.
Alle 11.00 avevo una camera e tutto quello che ho portato nello zaino era sparso sul pavimento ad asciugare. 

Staró qui 2 giorni, poi scenderó verso Ásbyrgi (dovrei arrivare lunedì) e da lì mi faró portare ad Akureyri. Senza tenda ho i movimenti limitati, ogni giorno devo raggiungere un ostello o un albergo. Come proseguirà quest’avventura?